
L’esperienza maturata nei primi anni di attività del progetto della stazione di fecondazione della Valle Pontirone (SDFVP), iniziato nel 2018, ha evidenziato la necessità di avere un apiario in cui rilevare dati sui popoli al fine di valutare le regine e di sperimentare nuove pratiche apistiche.
Grazie alla passione e all’impegno di un gruppo di apicoltori della sezione Tre Valli della Società Ticinese di Apicoltura è nato l‘apiario di valutazione, una struttura dedicata alla ricerca e alla sperimentazione di tecniche legate al mondo dell’apicoltura. Il progetto è partito con 9 famiglie di api, donate da altrettanti apicoltori della regione, che hanno trovato casa nella nuova postazione.
Ai fini della sperimentazione è s tato elaborato un protocollo di valutazione e un sistema di raccolta dati, per la quale è stato utilizzato il metodo di stima di Liebefeld (Lehrgang zur Erfassung der Volksstärke, A. Imdorf, 1999). Le prestazione delle giovani famiglie sono state monitorate durante tutta la stagione al fine di identificare un ecotipo o una varietà di api adattati alle condizioni locali, che presentano caratteristiche interessanti, in particolare il comportamento igienico nei confronti della varroa (VSH).
L’obiettivo che ci si è posti per la prima stagione è stato quello di avere un apiario funzionante composto da 30 arnie popolate. Per questa ragione si è deciso di far sviluppare e suddividere i 9 nuclei ricevuti, con l’obiettivo di raggiungerne 30 entro la fine della stagione.
A questo scopo sono stati creati 3 gruppi di lavoro, composti da 4/5 apicoltori, che hanno lavorato in modo indipendente, applicando teniche apistiche differenti e raccogliendo dati sulle famiglie formate (sviluppo, scorte, ecc.), con il protocollo di valutazione.
Qui di seguito vengono descritte le differenti tecniche di moltiplicazione dei nuclei utilizzate dai tre gruppi di lavoro.
Il Gruppo 1 ha applicato il metodo a “torre”, per il quale si sfrutta il naturale sviluppo primaverile e l’equilibrio fra le diverse componenti (covata, api casalinghe e bottinatrici) per raggiungere, in vicinanza dell’inizio del raccolto estivo, una famiglia composta da 18 favi con scorte di polline, miele, covata (fino a 14 a 16 favi) e una grande quantità d’api.
La formazione dei nuovi nuclei è stata eseguita nel seguente modo:
Innanzitutto è stato valutato lo stato di salute, lo sviluppo dopo il riposo invernale e la vitalità del nucleo. Importantissimo è scegliere il miglior nucleo, il più vigoroso e sano per la formazione degli sciami artificiali, per evitare, durante la divisione, di moltiplicare i difetti. Raggiunti questi presupposti, anziché travasare il nucleo in un’arnia da 10 favi, come normalmente si fa quando lo spazio inizia a scarseggiare, è stato sovrapposto al nucleo un corpo contenente 6 fogli cerei. La famiglia ha costruito velocemente i favi e altrettanto velocemente la regina ha iniziato a espandere la covata favorita dall’ottimo rapporto fra api casalinghe (nutrici) e bottinatrici (raccolta polline). Dopo un paio di settimane, pure i telaini da nido del secondo corpo erano occupati totalmente dalle api, da covata e da scorte. A questo punto si è proceduto a un ulteriore ampliamento, aggiungendo il terzo corpo (in totale 18 favi). Quando lo spazio libero per la covata e per il miele ha iniziato a scarseggiare nei tre corpi, la famiglia è stata divisa, formando 3 o 4 sciami artificiali con almeno 4 favi (scorte e covata) a seconda della forza della famiglia.
Il Gruppo 2 ha applicato la suddivisione delle famiglie sfruttando la febbre sciamatoria naturale e le relative celle reali senza dover spostare i nuovi nuclei dall’apiario. Quando un popolo presenta celle reali viene isolata la regina. Dall’arnia vengono in seguito prelevati tutti i telaini (con le relative api e celle reali), che vengono poi suddivisi in 3 nuovi nuclei e spostati di alcuni metri.
L’arnia “vecchia”, ormai vuota, viene riempita di telaini con fogli cerei da costruire e vi viene liberata la regina. Tutte le api che hanno già volato, in poche ore, ritorneranno a popolare l’alveare nella posizione originale. I nuovi nuclei perdono le api vecchie ma ce ne sono tante giovani e altre pronte a nascere.
Il Gruppo 3 ha applicato la formazione di nuclei a sottrazione, togliendo cioè da ogni arnia dei telaini con covata e api per formare un nuovo nucleo di 3 o 4 telaini, fornendo se disponibile una cella reale o una regina. Nel caso in cui ciò non fosse possibile, viene lasciato che le api allevino una propria cella d’emergenza. I nuclei formati sono stati spostati per 3 giorni a più di 3 chilometri, prima di essere reintrodotti nell’apiario nativo. Questa tecnica viene ripetuta più volte durante la stagione favorevole, solo su famiglie forti.

Nell’apiario di valutazione si predilige un’apicoltura sostenibile che preservi l’habitat e la biodiversità faunistica e floreale. Per questo motivo si tende ad evitare lo sfalcio dell’erba o a tagliare alberi. Questa scelta potrebbe far sembrare agli occhi di alcuni l’ambiente poco curato o abbandonato, ma la ricchezza di strutture e l’ambiente eterogeneo possono aiutare le api e le regine ad orientarsi nello spazio e a rientrare così nell’arnia giusta, limitandone la deriva.
Uno dei nostri obiettivi é quello di preservare la naturale diversità genetica delle api locali, ridurre le perdite di colonie e diminuire la dipendenza dai trattamenti contro la varroa. Ciò che è stato fatto, ovvero la suddivisione delle famiglie di api e un blocco di covata, è di per sé una forma di trattamento che serve ad abbassare il grado d’infestazione della varroa. Durante la stagione si è provveduto al controllo del livello di popolazione degli acari di ogni colonia, attraverso il monitoraggio con il metodo dello zucchero a velo. Unicamente i popoli più infestati sono stati trattati. A fine stagione, in assenza di covata, tutte le famiglie dell’apiario verranno trattate.
Ciò che ci preme inoltre di sottolineare, è che per i gruppi di lavoro, l’apiario di valutazione si è trasformato anche in una tavola rotonda dove condividere esperienze e confrontarsi sulle differenti tecniche legate all’apicoltura, aumentando così la conoscenza dei singoli apicoltori e promuovendo lo sviluppo personale di ognuno di loro.
