La Famiglia

Una famiglia d’api conta, nel periodo estivo, 20-40 mila api operaie, un migliaio di fuchi e una sola regina. Ogni singolo individuo è dipendente dalla colonia per la sua sopravvivenza. L’ape, quale insetto eusociale, occupa il massimo livello di organizzazione e trasforma i suoi individui in un unico gruppo votato alla propria prosperità collettiva e pronto a tutto per difendersi da ogni possibile nemico. Le caratteristiche principali sono: l’ allevamento cooperativo della prole di altri individui, la sovrapposizione delle generazioni di adulti, la termoregolazione (mantenimento della temperatura dei favi di covata a 35°C) e la suddivisione dei compiti tra gli individui in base all’età creando così dei gruppi specializzati e organizzati in modo stupefacente e privi di conflitto.

Il Favo

Il nido è composto, di regola, da dieci favi e sono costruiti con la cera prodotta interamente dalle api operaie. I favi che hanno una superficie totale di 2.4 mq, fungono da riparo e magazzino per il miele e il polline come pure da culla per le larve. Le celle sono divise in tre formati. Le più diffuse sono le celle da operaia (ca. 100’000) di forma esagonale. Vengono utilizzate come culla per le larve delle operaie ma anche per il deposito di miele e polline. Le celle da fuco, ca. un migliaio di forma esagonale, sono più grandi rispetto alle celle da operaia e sono delimitate ai bordi inferiori del favo. La cella reale è l’unica di forma cilindrica e pende verticalmente dal favo. Viene costruita dalle operaie in base alle necessità della famiglia di allevare una nuova regina e usata una sola volta. Il tipo di cella che le api operaie hanno costruito diventa un fattore importante per il sesso del nascituro. Nell’apicoltura razionale, l’apicoltore mette a disposizione delle api dei telaini con fogli cerei prestampati dalle dimensioni delle celle da api operaie limitando, in questo modo, l’allevamento dei fuchi. Grazie al favo naturale, le famiglie presenti nella stazione di fecondazione, sono libere di costruire il tipo di cella. Nel caso specifico costruiscono ca. il 30% di celle da fuco in più rispetto ai favi con i fogli cerei prestampati.

La Regina

La regina, che già alla nascita ha una modalità comportamentale totalmente differente dalle api operaie (per esempio, non produce cera, non è in grado di nutrire le pupe, non sa bottinare , ecc.), è l’unica ape femmina in grado di deporre uova fecondate e può vivere fino a quattro anni. La dimensione della cella dell’operaia permette di comprimere l’addome della regina durante la deposizione, causando la fuoriuscita nell’ovidotto di alcuni spermatozoi, uno dei quali feconderà l’uovo da cui nascerà una femmina. Con la maggior larghezza della cella da fuco, la spermateca (organo per lo stoccaggio dello sperma) non si comprime e la regina depone un uovo non fecondato da cui nascerà, per partenogenesi, un maschio. La regina ha il compito principale di rigenerare con la deposizione delle uova (fino a 2’000 uova feconde al giorno) le api che muoiono giornalmente per vecchiaia. Da un uovo fecondo nascerà una femmina che potrà svilupparsi in un’ape operaia o regina. Per tutta la durata dello sviluppo le larve destinate a diventare regine vengono nutrite esclusivamente con pappa reale, prodotta attraverso le ghiandole del capo delle api nutrici. La pappa reale è un fattore determinante per lo sviluppo delle larve in regina o in operaia. Un altro aspetto decisivo è la dimensione della cella che risulta molto più grande e la sua posizione (unica costruita in verticale). Se al quarto giorno dello sviluppo larvale la somministrazione di pappa reale è sostituita con la pappa “normale”, dove vi è una maggior aggiunta di polline e miele, dalla larva nascerà allora un’operaia (castrazione alimentare) che rimarrà più piccola e avrà un apparato riproduttore atrofizzato.

L’Ape Operaia

L’ape operaia è fortemente rappresentata. Essa è responsabile del funzionamento, dell’economia e delle scelte strategiche di tutta la famiglia e applica quella che si definisce “l’intelligenza dello sciame”. Le api operaie vivono nel periodo estivo in media 40 giorni e nel periodo senza covata (invernale) fino a 5 mesi. Le api operaie in base alle esigenze della collettività allevano una nuova regina oppure la eliminano. Nutrono la nuova regina in base alla quantità di uova che deve deporre o cambiano l’alimentazione mettendola a dieta per prepararla a seguire lo sciame. All’interno della famiglia, grazie all’accoppiamento multiplo, il grado di parentela degli individui femminili risulterà più variegato aumentando la vitalità di tutta la famiglia. Di conseguenza si avranno dei gruppi composti da mezze sorelle (sorellastre) generate da maschi differenti, super sorelle generate dallo stesso padre e sorelle piene generate da maschi fratelli

Il Fuco

I fuchi sono allevati dalle api operaie principalmente per fecondare le giovani regine. L’accoppiamento avviene in volo e nelle vicinanze dell’apiario. Qui i fuchi si aggregano in gruppo durante le prime ore del pomeriggio in attesa di una regina da fecondare. I fuchi vivono in media 50 giorni e non hanno vita facile all’interno dell’alveare. Le famiglie di regola cominciano ad allevare i maschi nel periodo degli accoppiamenti (aprile – agosto) . Nei periodi senza accoppiamenti o quando il nettare comincia a scarseggiare, le operaie impediscono ai fuchi di nutrirsi, li trascinano fuori dall’alveare e/o gli impediscono l’entrata finché muoiono. I fuchi stanno pagando un prezzo molto alto, a causa delle esigenze dell’apicoltura moderna, con una diminuzione della loro quantità e qualità rispetto al passato. I fattori che limitano l’allevamento dei fuchi sono in primo luogo i fogli cerei prestampati con le dimensioni delle celle da operaie, messi a disposizione dall’apicoltore, che limitano la presenza di celle maschili ai soli bordi del favo. Un altro fattore è la varroa che predilige la covata maschile per la riproduzione , ne consegue una notevole riduzione d’individui sani in grado di raggiungere la maturità sessuale. Un ulteriore causa del problema dell’allevamento dei fuchi sono le tecniche apistiche applicate nella lotta integrata alla varroa. Con una certa regolarità l’apicoltore ritaglia la covata dei fuchi prima che sfarfalli eliminando, oltre alla varroa presente nelle celle opercolate, la quasi totalità della covata maschile. Per gli alveari presenti nella stazione di fecondazione, i fuchi occupano un posto fondamentale e la conduzione apistica è adattata per garantire la qualità e la quantità di fuchi necessarie durante tutto il periodo degli accoppiamenti. La covata maschile non viene ritagliata e eliminata per ridurre l’infestazione della varroa. Qualora ci fosse un’ interruzione del raccolto per via di avverse condizioni meteorologiche, le famiglie vengono nutrite per evitare l’eliminazione dei fuchi.

Allevamento e Fecondazione della Regina

Le regine sono allevate in modo naturale dalla famiglia solo per sostituire una vecchia regina non più efficiente. Vengono pure allevate se muore una regina o per la riproduzione (divisione) della famiglia. Quest’ultimo fenomeno è conosciuto con il nome di sciamatura. In questo caso, quando la famiglia ha raggiunto il suo massimo sviluppo e la regina è ancora relativamente giovane (normalmente accade nel secondo anno di vita), inizia ad allevare delle regine costruendo per prima le celle reali. Il giorno precedente alla nascita delle nuove regine, la regina madre abbandona l’alveare con un gruppo di api operaie alla ricerca di una nuova dimora, formando così una nuova famiglia. Per indurre le api ad allevare delle regine esistono attualmente diversi metodi praticati anche dai non professionisti. Così facendo è possibile allevare e selezionare in ogni momento della stagione delle regine di qualità.

La giovane regina, una settimana dopo la nascita, intraprende i voli nuziali. Raggiunge il punto dove si riuniscono i fuchi e si accoppia con diversi maschi (10/15 fuchi) in volo, finché la spermateca di cui è dotata non è piena. Questi maschi, a cui viene divelto l’apparato genitale durante l’accoppiamento, moriranno poco tempo dopo. La regina fa normalmente uno o due voli nuziali e tutto lo sperma ricevuto sarà mantenuto vivo nella spermateca (una vera banca dello sperma) e fungerà da dispensatore di seme maschile per il resto della propria vita (depone ca. 200’000 uova feconde per anno).