Un po’ di storia… servizio RSI del 1976

Servizio realizzato da Carlo Pozzi andato in onda il 2 novembre 1976 nella trasmissione televisiva «Agricoltura, caccia e pesca».

“A metà degli anni Settanta, la Società ticinese di apicoltura si preoccupava di dare la possibilità ai singoli apicoltori di avere delle regine selezionate, allevate nelle nostre regioni. Si trattava di un’attività imprescindibile, esercitata allo scopo di nostra razza delle api locali, quella cioè dell’Apis mellifera ligustica, evolutasi sopravvivendo all’era delle glaciazioni e diffusasi in tutta Italia. Evolutasi senza predatori, è un’ape tendenzialmente docile e molto laboriosa.”

Evento di successo al Cinema Teatro Blenio

Tanti apprezzamenti da parte del numeroso pubblico e grande soddisfazione per gli organizzatori e per i relatori per l’evento proposto al Cinema Teatro Blenio di Acquarossa dalla Sezione Tre Valli della Federazione Ticinese Apicoltori.

I due ospiti d’eccezione hanno ravvivato il pomeriggio e intrattenuto gli oltre 150 presenti con due relazioni che trattavano i temi dell’apicoltura sostenibile e della biodiversità.

Il professore statunitense Thomas D. Seeley, collegato direttamente da oltre oceano e massima autorità a livello mondiale nella ricerca sulle api, ha illustrato parte delle sue ricerche scientifiche e osservazioni decennali, mettendo in evidenza come le api mellifere in natura siano più resilienti rispetto a quelle in cattività. Da queste analisi ha preso piede l’idea di un’apicoltura più vicina alle abitudini della specie.

Il dottore italiano Paolo Fontana ha incentrato la sua conferenza sulla biodiversità e sull’importanza delle api locali. Il naturalista, entomologo e ricercatore è fautore e divulgatore di un’apicoltura, sia essa da reddito o familiare, basata sulle caratteristiche biologiche dell’ape da miele e sul rispetto e la valorizzazione del suo ruolo ecologico e dei suoi prodotti su base territoriale.

È fondamentalmente su questi principi che si basa il lavoro di selezione di api rustiche nella stazione di fecondazione della Val Pontirone, portato avanti da alcuni anni da un gruppo di appassionati della nostra sezione.

Le conferenze si sono concluse con un piccolo aperitivo e un momento conviviale. Alcune foto dell’evento sono visibili nella sezione “Galleria“.

La Federazione Ticinese Apicoltori Sezione Tre Valli desidera ringraziare particolarmente i due relatori Thomas D. Seeley e Paolo Fontana per gli interessanti contenuti, Marco Celio per il coordinamento dell’evento, Daniele Besomi per la traduzione simultanea, Cindy Fogliani dell’Associazione Gente Sana per la collaborazione, il Marchio Miele Apisuisse per il sostegno, l’associazione Cinema Teatro Blenio per l’ospitalità e ovviamente il numeroso pubblico per la partecipazione e per l’ottima riuscita dell’evento.

Apertura Stazione di Fecondazione Val Pontirone

La stagione della Stazione di Fecondazione in Val Pontirone è iniziata. La Stazione sarà aperta dal 17 giugno e lo resterà fino al 23 agosto.

Orari d’apertura (solo previo appuntamento):

DataOra
17.06.202316:00 – 18:00 Apertura
20.06.202316:00 – 18:00
28.06.202316:00 – 18:00
05.07.202316:00 – 18:00
12.07.202316:00 – 18:00
19.07.202316:00 – 18:00
26.07.202316:00 – 18:00
02.08.202316:00 – 18:00
09.08.202316:00 – 18:00
16.08.202316:00 – 18:00
23.08.202316:00 – 18:00 Chiusura

Tassa: Fr. 10.- per ogni regina (Fr. 5.- per i soci sostenitori)

Per eventuali informazioni contattare il responsabile del picchetto tramite i numeri indicati qui sotto:

Erik Oncelli (responsabile) : 079 421 81 80

Maurizia Ruffa : 079 224 80 70

Qui sotto alcuni scatti effettuati in Val Pontirone:

Apiario di Valutazione: un nuovo progetto della sezione Tre Valli

L’esperienza maturata nei primi anni di attività del progetto della stazione di fecondazione della Valle Pontirone (SDFVP), iniziato nel 2018, ha evidenziato la necessità di avere un apiario in cui rilevare dati sui popoli al fine di valutare le regine e di sperimentare nuove pratiche apistiche.

Grazie alla passione e all’impegno di un gruppo di apicoltori della sezione Tre Valli della Società Ticinese di Apicoltura è nato l‘apiario di valutazione, una struttura dedicata alla ricerca e alla sperimentazione di tecniche legate al mondo dell’apicoltura. Il progetto è partito con 9 famiglie di api, donate da altrettanti apicoltori della regione, che hanno trovato casa nella nuova postazione.

Ai fini della sperimentazione è s tato elaborato un protocollo di valutazione e un sistema di raccolta dati, per la quale è stato utilizzato il metodo di stima di Liebefeld (Lehrgang zur Erfassung der Volksstärke, A. Imdorf, 1999). Le prestazione delle giovani famiglie sono state monitorate durante tutta la stagione al fine di identificare un ecotipo o una varietà di api adattati alle condizioni locali, che presentano caratteristiche interessanti, in particolare il comportamento igienico nei confronti della varroa (VSH).

L’obiettivo che ci si è posti per la prima stagione è stato quello di avere un apiario funzionante composto da 30 arnie popolate. Per questa ragione si è deciso di far sviluppare e suddividere i 9 nuclei ricevuti, con l’obiettivo di raggiungerne 30 entro la fine della stagione.

A questo scopo sono stati creati 3 gruppi di lavoro, composti da 4/5 apicoltori, che hanno lavorato in modo indipendente, applicando teniche apistiche differenti e raccogliendo dati sulle famiglie formate (sviluppo, scorte, ecc.), con il protocollo di valutazione.

Qui di seguito vengono descritte le differenti tecniche di moltiplicazione dei nuclei utilizzate dai tre gruppi di lavoro.

Il Gruppo 1 ha applicato il metodo a “torre”, per il quale si sfrutta il naturale sviluppo primaverile e l’equilibrio fra le diverse componenti (covata, api casalinghe e bottinatrici) per raggiungere, in vicinanza dell’inizio del raccolto estivo, una famiglia composta da 18 favi con scorte di polline, miele, covata (fino a 14 a 16 favi) e una grande quantità d’api.

La formazione dei nuovi nuclei è stata eseguita nel seguente modo:

Innanzitutto è stato valutato lo stato di salute, lo sviluppo dopo il riposo invernale e la vitalità del nucleo. Importantissimo è scegliere il miglior nucleo, il più vigoroso e sano per la formazione degli sciami artificiali, per evitare, durante la divisione, di moltiplicare i difetti. Raggiunti questi presupposti, anziché travasare il nucleo in un’arnia da 10 favi, come normalmente si fa quando lo spazio inizia a scarseggiare, è stato sovrapposto al nucleo un corpo contenente 6 fogli cerei. La famiglia ha costruito velocemente i favi e altrettanto velocemente la regina ha iniziato a espandere la covata favorita dall’ottimo rapporto fra api casalinghe (nutrici) e bottinatrici (raccolta polline). Dopo un paio di settimane, pure i telaini da nido del secondo corpo erano occupati totalmente dalle api, da covata e da scorte. A questo punto si è proceduto a un ulteriore ampliamento, aggiungendo il terzo corpo (in totale 18 favi). Quando lo spazio libero per la covata e per il miele ha iniziato a scarseggiare nei tre corpi, la famiglia è stata divisa, formando 3 o 4 sciami artificiali con almeno 4 favi (scorte e covata) a seconda della forza della famiglia.

Il Gruppo 2 ha applicato la suddivisione delle famiglie sfruttando la febbre sciamatoria naturale e le relative celle reali senza dover spostare i nuovi nuclei dall’apiario. Quando un popolo presenta celle reali viene isolata la regina. Dall’arnia vengono in seguito prelevati tutti i telaini (con le relative api e celle reali), che vengono poi suddivisi in 3 nuovi nuclei e spostati di alcuni metri.

L’arnia “vecchia”, ormai vuota, viene riempita di telaini con fogli cerei da costruire e vi viene liberata la regina. Tutte le api che hanno già volato, in poche ore, ritorneranno a popolare l’alveare nella posizione originale. I nuovi nuclei perdono le api vecchie ma ce ne sono tante giovani e altre pronte a nascere.

Il Gruppo 3 ha applicato la formazione di nuclei a sottrazione, togliendo cioè da ogni arnia dei telaini con covata e api per formare un nuovo nucleo di 3 o 4 telaini, fornendo se disponibile una cella reale o una regina. Nel caso in cui ciò non fosse possibile, viene lasciato che le api allevino una propria cella d’emergenza. I nuclei formati sono stati spostati per 3 giorni a più di 3 chilometri, prima di essere reintrodotti nell’apiario nativo. Questa tecnica viene ripetuta più volte durante la stagione favorevole, solo su famiglie forti.

Valutazione di un popolo applicando il “Metodo Liebefeld”

Nell’apiario di valutazione si predilige un’apicoltura sostenibile che preservi l’habitat e la biodiversità faunistica e floreale. Per questo motivo si tende ad evitare lo sfalcio dell’erba o a tagliare alberi. Questa scelta potrebbe far sembrare agli occhi di alcuni l’ambiente poco curato o abbandonato, ma la ricchezza di strutture e l’ambiente eterogeneo possono aiutare le api e le regine ad orientarsi nello spazio e a rientrare così nell’arnia giusta, limitandone la deriva.

Uno dei nostri obiettivi é quello di preservare la naturale diversità genetica delle api locali, ridurre le perdite di colonie e diminuire la dipendenza dai trattamenti contro la varroa. Ciò che è stato fatto, ovvero la suddivisione delle famiglie di api e un blocco di covata, è di per sé una forma di trattamento che serve ad abbassare il grado d’infestazione della varroa. Durante la stagione si è provveduto al controllo del livello di popolazione degli acari di ogni colonia, attraverso il monitoraggio con il metodo dello zucchero a velo. Unicamente i popoli più infestati sono stati trattati. A fine stagione, in assenza di covata, tutte le famiglie dell’apiario verranno trattate.

Ciò che ci preme inoltre di sottolineare, è che per i gruppi di lavoro, l’apiario di valutazione si è trasformato anche in una tavola rotonda dove condividere esperienze e confrontarsi sulle differenti tecniche legate all’apicoltura, aumentando così la conoscenza dei singoli apicoltori e promuovendo lo sviluppo personale di ognuno di loro.

Un momento di condivisione tra i partecipanti al progetto

Vespa velutina avvistata a Ludiano

Care apicoltrici e cari apicoltori, soci della sezione Tre Valli,

siamo stati informati (venerdì 9 ottobre) del ritrovamento a Ludiano (Valledi Blenio) del primo esemplare di calabrone asiatico (Vespa velutina). Questo fatto ci mette in allerta e di conseguenza, vi chiediamo di essere vigili e segnalare immediatamente l’avvistamenti di esemplari di Vespa velutina nell’ambiente o nelle vicinanze degli alveari (vedi prontuario 2.7). Con la collaborazione di tutti, apicoltori e abitanti della zona, si potrà cosi individuare precocemente i nidi e intervenire prima che le nuove femmine feconde abbandonino il nido secondario (ottobre – novembre) per poi rifondare diverse nuove colonie l’anno successivo.

La nostra priorità è fermare la diffusione e l’espansione di questo predatore che non conosce rivali alle nostre latitudini, uccide le api sia direttamente, usandole come nutrimento (proteine), sia indirettamente assediando gli alveari ed impedendo alle api di raccogliere polline-nettare, e conducendole alla morte per fame. Succesivamente le misure comunicate da Apiservice (vedi comunicato del 8.10.2020) consentiranno di proteggere al meglio le api .

  1.  Avere colonie forti, che sono in grado di sopportare la perdita di api causata dal calabrone asiatico. Una valutazione e selezione coerente implica la riunione delle colonie piccole ma sane (meno di 5 telaini occupati) e l’eliminazione delle colonie deboli (prontuario 4.7. Valutazione e selezione di colonie).
  2. Tenere gli occhi aperti e segnalare immediatamente al SSA (foto a info@apiservice.ch) gli insetti sospetti, affinché l’eliminazione dei nidi possa essere effettuata il più rapidamente possibile (prontuario 2.7. Calabrone asiatico Vespa velutina).
  3. Proteggere le aperture di volo con una griglia (istruzioni nel prontuario 2.7.1.), in modo da rendere più difficile per i calabroni asiatici catturare le api sul predellino di volo o addirittura penetrare nell’arnia. Inoltre, le api sono meno stressate se hanno a disposizione un luogo sicuro da cui spiccare il volo e dove atterrare. Secondo uno studio francese del 2019, la probabilità di sopravvivenza di colonie fortemente attaccate aumenta del 50% se l’apertura di volo è protetta da una griglia.
  4. Assicurare il flusso di nutrimento: è importante che le api dispongano sempre di una quantità di nutrimento sufficiente. In caso di attacco massiccio, possono così ritirarsi nelle loro arnie senza rischiare la carestia.

Tutti noi dobbiamo collaborare per frenare l’espansione di questa nuova specie “aliena“. Per ulteriori informazione o collaborazioni per il monitoraggio ci potete contattare per E-mail  Info@api3valli.ch o al numero 079/154 33 61.

Sicuro in una vostra collaborazione vi auguriamo un buon fine settimana.

comitato Tre Valli