Concorso fotografico: le api selvatiche della Svizzera Italiana

L’Associazione per la conoscenza e il rispetto per le api sta preparando un database per raccogliere informazioni sulla presenza e la diffusione delle api selvatiche nella Svizzera Italiana. Al momento ha approntato una galleria fotografica, che si intende allargare con la partecipazione degli amanti delle api e/o della fotografia.

A questo scopo, in collaborazione con l’associazione Capriasca Ambiente, lancia un concorso fotografico per attirare l’attenzione su questi importanti insetti impollinatori. Le foto confluiranno poi nella galleria e infine nel database, e quelle migliori verranno poi presentate . Per questa ragione si invita ad inviare anche foto non necessariamente da premio.

Poiché riprendere immagini di api al lavoro non è sempre semplice, qui trovare qualche suggerimento (senza troppe pretese tecniche) su come fotografare le api.

Grazie per la vostra partecipazione.

Castagnata 2023

Il 3 dicembre scorso, la sezione 3 Valli ha tenuto la sua tradizionale castagnata, un evento atteso ogni anno.

Quest’anno, il punto culminante è stato rappresentato dalla conferenza esposta da Elena Gardenghi e intitolata “Le api ci curano: Una fonte preziosa di medicina naturale”. La conferenza ha ottenuto un notevole successo, attirando un pubblico interessato e desideroso di approfondire la relazione tra le api e le proprietà curative della natura.

Nel corso della serata, si è pure svolta un’assemblea straordinaria durante la quale i membri hanno votato per eleggere i due rappresentanti che li rappresenteranno nel Comitato Cantonale.

La serata è stata conclusa con la tradizionale castagnata e una lotteria. Le circa 30 persone presenti hanno contribuito a rendere la serata un successo conviviale e coinvolgente. La sezione 3 Valli continua a dimostrare il suo spirito attivo e unito, mantenendo vive le tradizioni e aprendosi a nuove opportunità di apprendimento e condivisione.

Alcune foto del pomeriggio sono visibile nella galleria fotografica.

Un po’ di storia… servizio RSI del 1976

Servizio realizzato da Carlo Pozzi andato in onda il 2 novembre 1976 nella trasmissione televisiva «Agricoltura, caccia e pesca».

“A metà degli anni Settanta, la Società ticinese di apicoltura si preoccupava di dare la possibilità ai singoli apicoltori di avere delle regine selezionate, allevate nelle nostre regioni. Si trattava di un’attività imprescindibile, esercitata allo scopo di nostra razza delle api locali, quella cioè dell’Apis mellifera ligustica, evolutasi sopravvivendo all’era delle glaciazioni e diffusasi in tutta Italia. Evolutasi senza predatori, è un’ape tendenzialmente docile e molto laboriosa.”

Evento di successo al Cinema Teatro Blenio

Tanti apprezzamenti da parte del numeroso pubblico e grande soddisfazione per gli organizzatori e per i relatori per l’evento proposto al Cinema Teatro Blenio di Acquarossa dalla Sezione Tre Valli della Federazione Ticinese Apicoltori.

I due ospiti d’eccezione hanno ravvivato il pomeriggio e intrattenuto gli oltre 150 presenti con due relazioni che trattavano i temi dell’apicoltura sostenibile e della biodiversità.

Il professore statunitense Thomas D. Seeley, collegato direttamente da oltre oceano e massima autorità a livello mondiale nella ricerca sulle api, ha illustrato parte delle sue ricerche scientifiche e osservazioni decennali, mettendo in evidenza come le api mellifere in natura siano più resilienti rispetto a quelle in cattività. Da queste analisi ha preso piede l’idea di un’apicoltura più vicina alle abitudini della specie.

Il dottore italiano Paolo Fontana ha incentrato la sua conferenza sulla biodiversità e sull’importanza delle api locali. Il naturalista, entomologo e ricercatore è fautore e divulgatore di un’apicoltura, sia essa da reddito o familiare, basata sulle caratteristiche biologiche dell’ape da miele e sul rispetto e la valorizzazione del suo ruolo ecologico e dei suoi prodotti su base territoriale.

È fondamentalmente su questi principi che si basa il lavoro di selezione di api rustiche nella stazione di fecondazione della Val Pontirone, portato avanti da alcuni anni da un gruppo di appassionati della nostra sezione.

Le conferenze si sono concluse con un piccolo aperitivo e un momento conviviale. Alcune foto dell’evento sono visibili nella sezione “Galleria“.

La Federazione Ticinese Apicoltori Sezione Tre Valli desidera ringraziare particolarmente i due relatori Thomas D. Seeley e Paolo Fontana per gli interessanti contenuti, Marco Celio per il coordinamento dell’evento, Daniele Besomi per la traduzione simultanea, Cindy Fogliani dell’Associazione Gente Sana per la collaborazione, il Marchio Miele Apisuisse per il sostegno, l’associazione Cinema Teatro Blenio per l’ospitalità e ovviamente il numeroso pubblico per la partecipazione e per l’ottima riuscita dell’evento.

Apertura Stazione di Fecondazione Val Pontirone

La stagione della Stazione di Fecondazione in Val Pontirone è iniziata. La Stazione sarà aperta dal 17 giugno e lo resterà fino al 23 agosto.

Orari d’apertura (solo previo appuntamento):

DataOra
17.06.202316:00 – 18:00 Apertura
20.06.202316:00 – 18:00
28.06.202316:00 – 18:00
05.07.202316:00 – 18:00
12.07.202316:00 – 18:00
19.07.202316:00 – 18:00
26.07.202316:00 – 18:00
02.08.202316:00 – 18:00
09.08.202316:00 – 18:00
16.08.202316:00 – 18:00
23.08.202316:00 – 18:00 Chiusura

Tassa: Fr. 10.- per ogni regina (Fr. 5.- per i soci sostenitori)

Per eventuali informazioni contattare il responsabile del picchetto tramite i numeri indicati qui sotto:

Erik Oncelli (responsabile) : 079 421 81 80

Maurizia Ruffa : 079 224 80 70

Qui sotto alcuni scatti effettuati in Val Pontirone:

Apiario di Valutazione: un nuovo progetto della sezione Tre Valli

L’esperienza maturata nei primi anni di attività del progetto della stazione di fecondazione della Valle Pontirone (SDFVP), iniziato nel 2018, ha evidenziato la necessità di avere un apiario in cui rilevare dati sui popoli al fine di valutare le regine e di sperimentare nuove pratiche apistiche.

Grazie alla passione e all’impegno di un gruppo di apicoltori della sezione Tre Valli della Società Ticinese di Apicoltura è nato l‘apiario di valutazione, una struttura dedicata alla ricerca e alla sperimentazione di tecniche legate al mondo dell’apicoltura. Il progetto è partito con 9 famiglie di api, donate da altrettanti apicoltori della regione, che hanno trovato casa nella nuova postazione.

Ai fini della sperimentazione è s tato elaborato un protocollo di valutazione e un sistema di raccolta dati, per la quale è stato utilizzato il metodo di stima di Liebefeld (Lehrgang zur Erfassung der Volksstärke, A. Imdorf, 1999). Le prestazione delle giovani famiglie sono state monitorate durante tutta la stagione al fine di identificare un ecotipo o una varietà di api adattati alle condizioni locali, che presentano caratteristiche interessanti, in particolare il comportamento igienico nei confronti della varroa (VSH).

L’obiettivo che ci si è posti per la prima stagione è stato quello di avere un apiario funzionante composto da 30 arnie popolate. Per questa ragione si è deciso di far sviluppare e suddividere i 9 nuclei ricevuti, con l’obiettivo di raggiungerne 30 entro la fine della stagione.

A questo scopo sono stati creati 3 gruppi di lavoro, composti da 4/5 apicoltori, che hanno lavorato in modo indipendente, applicando teniche apistiche differenti e raccogliendo dati sulle famiglie formate (sviluppo, scorte, ecc.), con il protocollo di valutazione.

Qui di seguito vengono descritte le differenti tecniche di moltiplicazione dei nuclei utilizzate dai tre gruppi di lavoro.

Il Gruppo 1 ha applicato il metodo a “torre”, per il quale si sfrutta il naturale sviluppo primaverile e l’equilibrio fra le diverse componenti (covata, api casalinghe e bottinatrici) per raggiungere, in vicinanza dell’inizio del raccolto estivo, una famiglia composta da 18 favi con scorte di polline, miele, covata (fino a 14 a 16 favi) e una grande quantità d’api.

La formazione dei nuovi nuclei è stata eseguita nel seguente modo:

Innanzitutto è stato valutato lo stato di salute, lo sviluppo dopo il riposo invernale e la vitalità del nucleo. Importantissimo è scegliere il miglior nucleo, il più vigoroso e sano per la formazione degli sciami artificiali, per evitare, durante la divisione, di moltiplicare i difetti. Raggiunti questi presupposti, anziché travasare il nucleo in un’arnia da 10 favi, come normalmente si fa quando lo spazio inizia a scarseggiare, è stato sovrapposto al nucleo un corpo contenente 6 fogli cerei. La famiglia ha costruito velocemente i favi e altrettanto velocemente la regina ha iniziato a espandere la covata favorita dall’ottimo rapporto fra api casalinghe (nutrici) e bottinatrici (raccolta polline). Dopo un paio di settimane, pure i telaini da nido del secondo corpo erano occupati totalmente dalle api, da covata e da scorte. A questo punto si è proceduto a un ulteriore ampliamento, aggiungendo il terzo corpo (in totale 18 favi). Quando lo spazio libero per la covata e per il miele ha iniziato a scarseggiare nei tre corpi, la famiglia è stata divisa, formando 3 o 4 sciami artificiali con almeno 4 favi (scorte e covata) a seconda della forza della famiglia.

Il Gruppo 2 ha applicato la suddivisione delle famiglie sfruttando la febbre sciamatoria naturale e le relative celle reali senza dover spostare i nuovi nuclei dall’apiario. Quando un popolo presenta celle reali viene isolata la regina. Dall’arnia vengono in seguito prelevati tutti i telaini (con le relative api e celle reali), che vengono poi suddivisi in 3 nuovi nuclei e spostati di alcuni metri.

L’arnia “vecchia”, ormai vuota, viene riempita di telaini con fogli cerei da costruire e vi viene liberata la regina. Tutte le api che hanno già volato, in poche ore, ritorneranno a popolare l’alveare nella posizione originale. I nuovi nuclei perdono le api vecchie ma ce ne sono tante giovani e altre pronte a nascere.

Il Gruppo 3 ha applicato la formazione di nuclei a sottrazione, togliendo cioè da ogni arnia dei telaini con covata e api per formare un nuovo nucleo di 3 o 4 telaini, fornendo se disponibile una cella reale o una regina. Nel caso in cui ciò non fosse possibile, viene lasciato che le api allevino una propria cella d’emergenza. I nuclei formati sono stati spostati per 3 giorni a più di 3 chilometri, prima di essere reintrodotti nell’apiario nativo. Questa tecnica viene ripetuta più volte durante la stagione favorevole, solo su famiglie forti.

Valutazione di un popolo applicando il “Metodo Liebefeld”

Nell’apiario di valutazione si predilige un’apicoltura sostenibile che preservi l’habitat e la biodiversità faunistica e floreale. Per questo motivo si tende ad evitare lo sfalcio dell’erba o a tagliare alberi. Questa scelta potrebbe far sembrare agli occhi di alcuni l’ambiente poco curato o abbandonato, ma la ricchezza di strutture e l’ambiente eterogeneo possono aiutare le api e le regine ad orientarsi nello spazio e a rientrare così nell’arnia giusta, limitandone la deriva.

Uno dei nostri obiettivi é quello di preservare la naturale diversità genetica delle api locali, ridurre le perdite di colonie e diminuire la dipendenza dai trattamenti contro la varroa. Ciò che è stato fatto, ovvero la suddivisione delle famiglie di api e un blocco di covata, è di per sé una forma di trattamento che serve ad abbassare il grado d’infestazione della varroa. Durante la stagione si è provveduto al controllo del livello di popolazione degli acari di ogni colonia, attraverso il monitoraggio con il metodo dello zucchero a velo. Unicamente i popoli più infestati sono stati trattati. A fine stagione, in assenza di covata, tutte le famiglie dell’apiario verranno trattate.

Ciò che ci preme inoltre di sottolineare, è che per i gruppi di lavoro, l’apiario di valutazione si è trasformato anche in una tavola rotonda dove condividere esperienze e confrontarsi sulle differenti tecniche legate all’apicoltura, aumentando così la conoscenza dei singoli apicoltori e promuovendo lo sviluppo personale di ognuno di loro.

Un momento di condivisione tra i partecipanti al progetto