Solo un’apicoltura sostenibile avrà futuro. Si è rotto, infatti, l’equilibrio che ha caratterizzato l’apicoltura prima della comparsa della varroa e da anni il settore è in crisi. Il nostro obiettivo principale è difendere l’attuale apicoltura praticata da piccoli apicoltori distribuiti in modo capillare sul territorio. L’apicoltura, a differenza di tutte le altre forme di allevamento, presenta un vantaggio indiscusso per tutto l’ambiente. Un’apicoltura sostenibile non deve limitarsi alla sola scelta del tipo di arnia ma a una conduzione che rispetti la biologia dell’ape applicando le ultime scoperte scientifiche in ambito etologico.
Ogni apicoltore deve essere consapevole che le proprie scelte strategiche possono creare dei problemi a livello regionale. La soluzione di compensare le perdite invernali di alveari, acquistando dei nuclei provenienti da altre regioni si è rilevata per esempio un disastro. La maggior parte dei nuclei importati non sopravvivono durante il freddo malgrado l’ottimo raccolto fatto nel corso dell’anno. Questa scelta richiede poi ogni anno l’acquisto di nuovi nuclei provenienti da altre regioni. È nostra intenzione promuovere delle pratiche apistiche che permetteranno anche al piccolo apicoltore di essere autosufficiente nella produzione di api regine e di nuclei. Questa modalità diventerà in futuro una pratica apistica consolidata che permetterà, oltre ad un risparmio economico, la tutela dell’apicoltura di un’intera regione.