Il nido è composto, di regola, da dieci favi e sono costruiti con la cera prodotta interamente dalle api operaie. I favi che hanno una superficie totale di 2.4 mq, fungono da riparo e magazzino per il miele e il polline come pure da culla per le larve. Le celle sono divise in tre formati. Le più diffuse sono le celle da operaia (ca. 100’000) di forma esagonale. Vengono utilizzate come culla per le larve delle operaie ma anche per il deposito di miele e polline. Le celle da fuco, ca. un migliaio di forma esagonale, sono più grandi rispetto alle celle da operaia e sono delimitate ai bordi inferiori del favo. La cella reale è l’unica di forma cilindrica e pende verticalmente dal favo. Viene costruita dalle operaie in base alle necessità della famiglia di allevare una nuova regina e usata una sola volta. Il tipo di cella che le api operaie hanno costruito diventa un fattore importante per il sesso del nascituro. Nell’apicoltura razionale, l’apicoltore mette a disposizione delle api dei telaini con fogli cerei prestampati dalle dimensioni delle celle da api operaie limitando, in questo modo, l’allevamento dei fuchi. Grazie al favo naturale, le famiglie presenti nella stazione di fecondazione, sono libere di costruire il tipo di cella. Nel caso specifico costruiscono ca. il 30% di celle da fuco in più rispetto ai favi con i fogli cerei prestampati.